Erice: cosa vedere e cosa fare nel borgo medievale
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BORGO DI ERICE
Erice. Già solo pronunciare questo nome si intuisce la maestosità e l’importanza del borgo. Ma prima le presentazioni.
Il nome Erice deriva da Eryx, figlio di Afrodite e Bute.
Sospesa tra cielo e terra, Erice è tempo incorrotto di età pietrificate.
Il territorio di Erice, che prima era nominato Monte San Giuliano, è attualmente denominato Agro Ericino, comprendeva una vasta area che comprendeva i territori di Valderice, Custonaci, San Vito lo Capo, Buseto Palizzolo e parte del territorio di Castellammare del Golfo.
Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Erice conserva caratteristiche territoriali e morfologiche uniche. Spiccano le molteplici chiese che si trovano sul territorio costruite dal vescovato per combattere il fenomeno delle Ierodule, queste giovani donne che si occupavano dei tempi ed esercitavano la sacra prostituzione. Questo rito pagano scomparve improvvisamente nella seconda metà del 1500, con la comparsa del culto della Madonna di Custonaci.
Il borgo medievale di Erice domina la valle sottostante dai suoi 700 metri di altezza. Un panorama mozzafiato accompagna il visitatore alla scoperta del connubio perfetto tra mare e montagna. A ovest la vista paradisiaca su Trapani e sulle isole Egadi mentre ad nord est la scogliera di Bonagìa e il paese di Custonaci lasciano il passo al Monte Cofano e al Monte Sparagio. In giornate serene è possibile vedere anche Macari e la bellissima Riserva dello Zingaro.
Tante storie e leggende da tramandare, prima fra tutti quella del piede del diavolo o le Mura Elimo-Puniche chiamate anche Mura Ciclopiche. Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, Erice conserva costruzioni religiose che spaziano dal 1300 al 1700 pronte per essere visitate. Suggestiva la funivia che collega la città di Trapani ad Erice. In 10 minuti si può ammirare la città di Trapani dall’alto e, se avete la fortuna di trovarvi li durante il tramonto, guardate verso ovest per vedere uno spettacolo unico…
Un momento religioso ancora molto sentito dalla popolazione di Erice, a cui abbiamo preso parte, è quella del Santu Patre. Il primo di maggio esce la processione di San Francesco di Paola, patrono della gente di mare e di chi lavora i campi. Accompagnata dalla banda, percorre le strade selciate del borgo in compagnia dalla gente del posto che concentrano le speranze e le attese di tante comunità.
Dal lato gastronomico non può certo mancare l’assaggio del famoso dolce “Genovese”. Delle frolle semplici, fatte con farina di grano duro, farcite con crema e ricoperte da zucchero a velo. La particolarità di questo dolce avviene che gli ingradienti hanno delle contaminazioni sia francesci, per quando riguarda la crema, che arabe. La forma tradizionale lo dice il nome stesso: non è nient’altro che il tipico cappello genovese. Un Assaggio alla pasticceria di Maria Grammatico è d’obbligo.
BORGO DI ERICE

Fotografica













BORGO DI ERICE

Castello di Venere
BORGO DI ERICE
Tour Guidati a Erice
Generali
Indirizzo
Piazza Della Loggia, 3
91016 Erice (TP)
info@comune.erice.tp.it
Telefono
+39 0923 502111
Sito Web
Impressioni
Quando entri per la prima volta ad Erice capisci subito che qualcosa cambia. Sarà lo stato d’animo, oppure semplicemente la testa capisce che sei in un posto magico, fatato, mitologico. Gli intrecci e le leggende che ci narrano sono emozionanti. Il piede del diavolo, le mura ciclopiche, sono solo assaggi di una lunga storia di miti e leggende da poter tramandare e ricordare.
Bellissimi i panorami che si aprono sia su Trapani, sia su Custonaci e sulla Riserva del Monte Cofano. Se lo vedi, ci credi. Bellissime le chiese che spaziano dal 1400 al 1700. Peccato solo non aver potuto visitare la Chiesa di Sant’Orsola…Ma ci rifaremo quando torneremo. In compagnia del nostro nuovo amico, giornalista e blogger di Scaminando (e noi lo preghiamo di continuare a farlo) Mario Torrente ci siamo addentrati nei meandri della cultura enogastronomica del borgo con una visita in primis al Monastero di San Carlo. Costruita intorno al 1600 e gestito dal Terzo Ordine di San Francesco prima, e successivamente dalle Suore dell’Ordine di San Carlo impegnate nella confezione e vendita di dolci e biscotti. All’interno ci sono ancora i forni utilizzati proprio per preparare queste specialità.
Non potevamo di certo andar via senza aver conosciuto il pilastro della società di Erice: Maria Grammatico. E’ d’obbligo se siete ad Erice, andarla a trovare e assaggiare una “Genovese“. Non ve ne pentirete.
Cominciamo con le impressioni negative. Il costo del biglietto all’ingresso del castello. Pensavamo di trovare una struttura visitabile, con ben più cose da vedere e scoprire. Solamente dei cartelloni informativi che spiegavano il castello di Venere, il santuario di Venere Ericina e il muro di Dedalo. I panorami da li su sono stupendi, non fraintendeteci. Ma il costo è eccessivo considerato che all’interno c’è ben poco da vedere (4 euro).
Altra nota dolente è il sistema turistico e informativo. Un borgo di questa bellezza merita tutta l’attenzione e deve poter essere raccontata. All’info point (vicino la funivia), c’erano ad attenderci 2 ragazze che non avevano materiale informativo, se non la mappa del paese.
La gente vuole conoscere, scoprire e lasciarsi affascinare dai paesini e dalle storie. Purtroppo qui non abbiamo avuto altre informazioni se non da Mario Torrente. Sarebbe da potenziare il sistema dell’info point con materiale cartaceo. Lasciateci emozionare. Il borgo di Erice già lo fa, adesso tocca al comune intervenire.
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