
Om Mani Padme Hum
La prima frase che si pronuncia arrivando sulla vetta del Kalapatthar. Dopo giorni di estenuante trekking il primo grande traguardo è diventato realtà.
Il Kalapatthar è una delle vette più conosciute, perchè è il punto più alto raggiungibile con il permesso da trekker fatto preventivamente a Kathmandu. Con i suoi 5.643 metri di altezza, si attesta ad essere il miglior punto panoramico dell’intero cammino, avendo la miglior visuale sull’Everest, sul Lhotse e sul Nuptse. Nei giorni limpidi si intraveì anche il lago di Gokyo. La vetta si trova ai piedi del villaggio di Gorak Shep, ultimo step prima di arrivare all’Everest Base Camp.

La “Pietra nera“, come viene tradotto dalla lingua nepalese, si trova sotto la suggestiva parete del Pumori (7.161 m), e ci si arriva con circa 2 ore da Gorak Shep. Si seguono le indicazioni dal villaggio e si percorreranno dei tornanti finchè la strada non si assesta. La vetta è identificabile da delle bandierine di preghiera poste in cima. Alcuni trekker partono dal villaggio di Lobuche, quindi per arrivare in cima ci vorranno all’incirca 5 ore in tutto.
Il trekking è affascinante. Se mentre salite girate lo sguardo dietro noterete la vallata dove si trova il villaggio di Gorak Shep con quel che resta del lago ghiacciato in tutta il suo impressionante splendore. Attenzione solo al mal di montagna. Se cominciate a sentire mal di testa e nausea scendete immediatamente! Vuol dire che siete l’ennesima vittima del mal di montagna.
Un consiglio è quello di vedere l’alba da qui. Partite da Gorak Shep alle 3:30 circa del mattino per arrivare in vetta alle 5:30 circa. Credetemi. Ne vale la pena.
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