La Torre di San Vito, a forma troncopiramidale con torrette angolari e rotonde con torre più stretta sopra l’alto basamento, rappresenta un unicum al di fuori della serie del viceregno e ad esso molto anteriore. La torre risulta costruita «iuxta mare prope flumen Fultrini» nel 1395, fu riedificata nel 1427 (Pasanisi) e serviva da difesa e custodia delle merci sbarcate e destinate a Lanciano (Neri Scerni), cui apparteneva ancora nel 1598.
La torre, situata in una zona di mare a costa bassa, comunicava probabilmente solo con Torre del Moro verso nord e forse con Torre Cavalluccio verso sud. Alla luce della preziosa prospettiva di Carlo Gambacorta e in attesa di scoprire più dettagliati disegni in merito alla torre, si può veramente porre il collegamento con il Castello di Termoli e con la quasi radiografia rappresentata da Rocca Calascio (AQ).
Feritoie nella parte bassa del basamento, poi finestrelle, e più generose nel mastio superiore. La merlatura guelfa si ripete ai due livelli e fa un poco ricordare la falsa merlatura di Torre Cerrano. Nel 1598, Carlo Gambacorta, descrisse la torre con queste parole:
Questa quinta torre quadriangolare di San Vito con quattro torricelle intorno in territorio di Lanciano, ch’è di detta città, stà distante dalla retta Torre del Cavalluccio miglia tre e quella non la vede verso Puglia, e verso Abruzzo dalla Torre del Moro miglia due. E’ ben collocata di buona fabricca all’antica con rivellini e quattro torricelle sotto con fossi guarda il fiume Feltrino vicino detta torre trepassi venti. Ha corrispondenza con la retta Torre del Sangro verso Puglia, e con la Torre del Moro verso Abruzzo. Vi sono tre pezzi d’artillaria grossi e cinque piccioli un mortale e tre mascolie tre arcabuggi del caporale.
Non si conosce l’esatta posizione della torre ma si presume possa essere, come annuncia il Gambacorta nei suoi scritti, sul fiume Feltrino che sfocia proprio a San Vito Marina vicino l’ex ferrovia Sangritana.
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