• Marzo 29, 2024

5 giorni in solitaria lungo la Val Pusteria, una delle zone montane più conosciute ed affascinanti dell'Italia Settentrionale.

Un viaggio alla scoperta della Val Pusteria in Trentino

 

Day 0 – L’inizio

Un giorno decisi di andare in vacanza, senza un dove, senza una meta…L’importante era fuggire dallo stress del lavoro e dalla frenesia di un paesino piccolo come Ortona. Circa un mesetto prima incontro un amico che, parlandogli del progetto di “evadere” per qualche giorno, mi convinse a prendere in considerazione l’idea delle Dolomiti. Il mio pensiero era di andare fuori, per conoscere nuove culture e nuove abitudini, le differenti cucine e la mentalità dei piccoli borghi e paesi disseminati per il continente. Ma di certo rimanere nel mio Stato non mi sarebbe dispiaciuto.

Decido allora di informarmi su Braies, un piccolo paesino, sempre consigliato dal mio amico Gaetano. Mi si apre un mondo…Un lago da paura, un paesino degno dei migliori borghi italiani, una catena montuosa considerata una delle più belle al mondo e ospitalità garantita. Prendo la palla al balzo e subito vado sul sito di Trenitalia per vedere se ci sono disponibilità di viaggio nei giorni di partenza. Assodato che erano disponibili, comincio la ricerca di un hotel / ostello per passare i miei 4 giorni in assoluto relax.

Mando varie email, contatto parecchie strutture e tutte che mi rispondevano garbatamente e con accento tedesco. Una struttura mi aveva incuriosito parecchio, il Trenker Luis, un piccolo appartamento su due piani situato in contrada St. Veit a 3 Km dal lago di Braies e a 15 minuti da Ferrara, una piccola frazioncina a 1200m s.l.m..

Opto per la soluzione solo camera con pagamento sul posto, dato che i miei quattro giorni non sarebbero stati di relax, ma scanditi da escursioni e passeggiate per ammirare la maestosità delle dolomiti.

Arriva il giorno tanto atteso, la preparazione del bagaglio è stata più ardua del previsto. Porto il necessario per una 4 giorni di escursioni e, la notte, prendo il treno da Pescara. Ci vorranno 12 ore prima di arrivare a Villabassa, la stazione più vicina di Braies. Questo perchè ho dovuto fare ben 4 cambi, dato che i collegamenti con il Trentino non sono molto agevoli. Arrivo per le 4 di pomeriggio è gia percepisco di essere in un mondo completamente diverso: la storia e la tradizione tedesca ha preso il sopravvento ricreando un paesino suggestivo e caratteristico. Prendo l’autobus n° 442 e dopo circa un quarto d’ora mi trovo davanti l’appartamento.

Scendo e mi guardo intorno: vedo solo monti e casolari sparsi qua e la, subito percepisco di aver fatto la scelta giusta. Arrivo sull’uscio e si presenta un uomo sulla cinquantina, con una parlata italiana tendente al tedesco. Facciamo le presentazioni e mi vengono date le chiavi della stanza. Non aspetto ulteriore tempo e subito mi fiondo nella doccia e successivamente per disfare la valigia. Metto in carica telefono e GoPro e mi rilasso sul piccolo balconcino che ridà su una vista mozzafiato con un sigaro regalatomi dall’amico Mario per l’occasione.

Considerato l’orario ormai proibitivo per uscire, mi faccio una camminata nel paesino più vicino: Ferrara di Braies. Molto suggestivo e molto caratteristico ti ipnotizza per la bellezza del paesaggio e dell’architettura ben curata, difatti sembra di essere in Germania e non in Italia. Acquisto qualcosa per cena nel market del paesino e ritorno sui miei passi fino in albergo.

Arrivato, subito pianifico questa quattro giorni di montagna: parlando sul cosa fare e cosa non fare mi viene consegnata una cartina della zona e mi vengono illustrati tutti i possibili itinerari da fare, dai più facili ai più complicati. Opto, per il giorno dopo, di fare un escursione ed arrivare al Picco di Vallandro (2839m). Famosa per la sua visuale a 360° sui monti che la circondano: primi fra tutti, le tre Cime di Lavaredo.

Mi metto a letto segnando sulla mappa l’itinerario da seguire il giorno dopo e, nell’attesa che Morfeo arrivasse, inganno il tempo con un buon libro di Dan Brown.

 

Day 1 – Monte Specie

La sveglia suona alle 06:00 del mattino successivo, carico e incuriosito dal viaggio che mi attende. Preparo la GoPro, la macchinetta, il telefono e tutto il necessario per un escursione. Arrivo nella sala da pranzo dove mi aspetta una buonissima ed abbondante colazione con frutta, cappuccino, fette biscottate e succhi vari, disponibili anche a buffet. Faccio scorta di proteine e, zaino in spalla, mi preparo ad una lunga camminata. Esco dall’abitazione e mi dirigo verso Ferrara, difatti il sentiero n° 37 parte da una stradina che costeggia il punto informazioni del paese. Dopo circa 20′ mi trovo a prendere il sentiero, ben visibile dai cartelli disseminati su tutta la strada.

Primo obiettivo: Ponticello.

Continuo per il sentiero ben segnalato dai cartelli lungo la stradina sterrata, mi addentro nella vegetazione più folta, degna di un’opera d’arte di Monet. Dopo circa 45 minuti arrivo ad un bivio dove la stradina si dirama in due: una che continua a salire sulla destra e una piccola vietta che costeggia un fiumiciattolo sulla sinistra. Prendo la mappa e il foglietto con le indicazioni rilasciatomi dal punto informativo per scoprire che, lungo il piccolo sentiero anonimo sulla sinistra, si trova il “Sentiero Natura”.

Mi addentro e subito noto un cartello informativo che preannuncia l’arrivo di 9 postazioni distinte, con altrettante bacheche, Si parla della flora e la fauna del luogo, del piccolo fiume che scorre guardando sulla sinistra e della conformazione del terreno. Tutta la deviazione dura all’incirca una ventina di minuti, dopodiche ci si reimmette sul sentiero principale lasciato qualche centinaia di metri prima.

Dopo circa una mezz’ora di cammino si costeggia la strada e ci si immette in un piccolo vialotto costeggiato dagli alberi sulle destra, mentre la strada principale sulla sinistra. Dopo altri 20′ si arriva finalmente alla prima tappa di questo viaggio: Ponticello.

La radura si presenta subito con un parcheggio per permettere agli escursionisti di proseguire la camminata a piedi e Autobus che fanno il tragitto da Braies a Prato Piazza (1993m s.l.m.), passando proprio per questa località. Il verde regna sovrano. Per arrivare alla prossima destinazione si prende un sentiero che parte dopo il ponticello (da qui il nome di questa località). Una salita con un grado di pendenza davvero alto ti accompagna su, fino ad arrivare nella localita chiamata Prato Piazza. Tutto il percorso si fa in un oretta circa. Mi fermo in questa località per una mezz’ora è subito capisco il motivo del nome: una distesa di erba che fa da cornice ad una catena montuosa non indifferente. Continuo per il sentiero 37 fino ad arrivare al Rifugio Vallandro(2040m s.l.m.). Da qui si dividono due strade per salire ed arrivare fino al Mt. Specie: la prima, molto più complicata ed adatta a escursionisti esperti, si trova proprio dietro il rifugio, mentre l’altra, segnata benissimo dalla presenza di cartelli disseminati lungo il percorso, è più panoramico ma lungo.

Opto per la seconda soluzione e mi incammino per la salita, da qui la vista è assolutamente fantastica. Cammino per almeno un’oretta fino ad arrivare ad una pianura: da qui si vede la croce che si trova su Monte Specie. Dopo altre 20 minuti arrivo in cima. Lo scenario che mi si prospetta è fuori dal mondo: una visuale a 360° sui monti dolomitici, primo fra tutti: le Tre Cime di Lavaredo.

Scatto alcune foto e riprendo la discesa verso il sentiero alternativo, quello da escursionisti esperti. Ritorno a Prato Piazza in un’oretta e mezza circa e prendo l’autobus che mi porta fino sotto casa. Arrivato mi aspetta una bella doccia, un the accompagnato da un buon sigaro e la cartina per pianificare il giorno dopo. Mi corico e aspetto il giorno dopo per visitare il Lago di Braies.

 

Day 2 – Lago di Braies

La sveglia suona all’alba, giusto il tempo di prepararmi è scendo dalla camera per l’abbondante colazione preparata dai proprietari. Mentre faccio scorta di proteine chiedo all’affittuario quale fosse il sentiero migliore per arrivare al lago. Con la gentilezza e la professionalita che contraddistingue il popolo del nord Italia, mi spiega che l’alta via 1 si trova proprio dietro la struttura, per poi continuare a nord per circa 3km.

Esco dall’abitazione e, a 100 metri, trovo l’ingresso per il sentiero. Sono solo ed il canto dei grilli segnano il cammino. Dopo circa mezz’ora di camminata mi trovo davanti uno spettacolo unico. Il lago di Braies e tutt’intorno una vasta catena di montagne, con al comando il Croda del Becco, con i suoi 2810m. Aspetto, medito, lascio che gli occhi si abituino a tanta bellezza per poi proseguire e farmi il giro panoramico di tutto il lago.

Più o meno una trentina di minuti per fare il giro. Scatto le foto di rito e riprendo il sentiero dell’andata. Destinazione: Villabassa.

A piedi il tragitto è abbastanza lungo, circa due ore di camminata separano Braies dalpunto di arrivo, un piccolo comune di 1600 abitanti. Nel mentre mi fermo a parlare con qualche signore del posto, che mi illustra in grandi linee la storia del paese. Quando manca una mezz’ora circa di camminata, si intravede il paese ma ciò che salta all’occhio è una costruzione dall’architettura Russa, la chiesa di Santo Stefano. Arrivo nel piccolo paesino, ed incuriosito, mi soffermo sulla chiesa e al suo interno. Una struttura ben custodita dove svetta una torre ideata dall’ingegnere Johann Franz von Pernwerth.

Visito qualche negozietto di zona e riprendo la strada del ritorno. Ad aspettarmi il titolare dell’albergo che si presenta con un the caldo, come per rimarcare la gentilezza che questi luoghi ha da offrire. Sono le 10:30. Tempo di leggere un paio di capitoli del buon libro di Brown e addormentarmi.

 

Day 3 – Lago di Dobbiaco

La sveglia suona di buon’ora anche oggi. Ad attendermi giù la solita colazione ricca di proteine. Mi porto la mappa mentre faccio colazione per decidere quale potesse essere l’itinerario della giornata. Di fianco a me un signore con la moglie, sulla cinquantina, che con modi molto educati si presenta. Si chiama Alfredo ed è di Venezia, si trova li per passare attimi di spensieratezza con la moglie e mi racconta che abita a Venezia. Dopo le presentazioni e la piacevole chiacchierata mi propone di andare a Dobbiaco, un paesino non troppo distante da dove eravamo noi (una mezz’ora di autobus più o meno).

Controllo su Google e mi preparo per prendere l’autobus. I servizi in Trentino sono talmente efficienti che le attese degli autobus non superano i tre minuti. Invidiabile. Dopo circa 40 minuti mi trovo al capolinea di Dobbiaco, sono le 10:00 circa e devo trovare ancora cosa fare tutto il giorno. Vado al bar per l’ennesimo caffè e, seduti nei tavolini fuori, incontro un gruppetto di signori sulla settantina, intenti a fare gossip e squadrare chiunque gli passi a tiro. Mi fermo e chiedo. Il risultato è stato sedermi con loro e gustarmi un boccale di birra offerto dai signori (alle 10 del mattino!).

Il più esuberante mi dice che vale la pena visitare il lago di Dobbiaco, non era molto distante e sarebbe stato un ottimo tour da fare. Non me lo faccio ripetere due volte. Vado al bancone del bar, pago una birra ai signori e parto alla volta del lago. Strada normale per circa 2 km per poi iniziare lo sterrato. È comunque molto agevole andarci e alla fine il risultato paga. Di certo la bellezza non è paragonabile al lago di Braies ma è comunque un bel posto per passarci qualche ora. Il giro del lago dura all’incirca 30 minuti. Finisco il giro e mi incammino per tornare in paese. Dobbiaco è molto carina, particolare. Il tipico paesino dove si vuole passare la vita grazie all’atmosfera gentile e tranquilla che il paesino offre.

Sono le 18:00 ed è ora di tornare in albergo. Riprendo l’autobus e arrivo per le 19:00. Doccia e scendo per mangiare. Alle 11 mi corico a letto e mi metto a dormire. Il giorno dopo avrei ripreso il treno per tornare ad Ortona, il mio amato paesino.

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Light Designer nella vita di tutti i giorni, viaggiatore nella seconda vita. Credente della filosofia del viaggio in solitaria giusto per poter fare quello che mi pare. Fotografo e visito qualunque cosa ho sott'occhio.

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