Valencia, la citta che (si spera) non muore mai
Nella Costa Sud Orientale della Spagna sorge Valencia, uno dei centri più preziosi della Nazione. Famosa per l’intramontabile Paella, il parco Turia, enorme polmone verde per la città e l’imponente architettura della Città delle Scienze e delle Arti. Dall’altro lato esiste qualcosa di più oscuro, tenebroso, a tratti onirico. La parafrasi dell’enigmatico virus che sta sconvolgendo il mondo intero, evidentemente, non preoccupa la città di Valencia.

Di solito non lo facciamo, ma crediamo che dar voce ad alcune persone e divulgare la nefandezza di un governo possa solo giovare ai rapporti umani. Da qualche giorno si sta svolgendo las Fallas, la festa più attesa dell’anno che richiama gente da tutto il mondo e che dal principio di marzo vede migliaia di persone accalcate in Plaza del Ayuntamiento per assistere allo spettacolo pirotecnico della Mascletà. Bellissimo. Affascinante. Ma qual è la situazione dell’emergenza sanitaria a Valencia? Quanti sono i casi accertati? Pare che gli spagnoli non siano particolarmente preoccupati perché forse il virus non si manifesta in tutti i casi subito con sintomi come l’ebola o l’influenza “spagnola” che negli anni ’20 ha decimato la popolazione mondiale.
Essere asintomatici per gli spagnoli significa poter vivere la festa e non privarsi di festeggiare questo evento tanto atteso. Ma cosa potrebbe succedere se proprio quel portatore asintomatico si fosse trovato a Plaza del Ayuntamento tra le migliaia di persone? La risposta la lascio a voi.
Solo qualche ora fa alcuni locali della Movida Valenciana hanno deciso di chiudere i battenti. Primo fra tutti il MYA, una delle discoteche maggiormente frequentata dai giovani spagnoli. E gli eventi? Finalmente anche quelli hanno capitolato sotto il pericolo del Coronavirus attestando l’indignazione di una gran parte della popolazione in barba a tutte le avvertenze dell’OMG ( Organizzazione Mondiale della Sanità). Qui in Italia siamo famosi per non rispettare le leggi, dare la colpa al prossimo e via dicendo. Ma in una situazione di emergenza reale siamo uniti, compatti e con un grande senso civico e umano per limitare la diffusione di questo virus.
L’appello che vogliamo fare è: RESTATE A CASA!
Non aspettate che il Governo emani un decreto che vi imponga di non uscire e che ci possano essere condanne penali per chi non lo rispetti
Ai nostri nonni del resto fu ordinato di andare in guerra, a noi toccherebbe solo restare a casa per contenere il danno. Noi in Italia lo stiamo facendo e voi? Cosa aspettate?
Una cittadina italiana emigrata a Valencia
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